AVIP

Il giardino dell'AVIP

Questa sezione del sito è dedicata alle persone che hanno fatto parte o hanno collaborato con l'AVIP, e che vivono ora nella pace assoluta.

Vidimo se, Nini!

Il giorno 30 luglio 2013 è mancato l'amico Angelo Panizzolo (conosciuto come Nini).

E' stato tra i fondatori dell'AVIP e si è sempre impegnato con convinzione e grande disponibilità, sia nelle nostre missioni a favore delle popolazioni colpite dalla guerra in ex Jugoslavia, sia nelle iniziative attuate nel territorio per promuovere sensibilizzazione e condivisione sui temi della pace e della solidarietà.

Lo ricordiamo con affetto per il grande esempio di cordialità e serietà che ha sempre dimostrato in tutti i momenti delle nostre attività


Croazia - Nini alla consegna degli aiuti ai profughi.Croazia - Nini alla consegna degli aiuti ai profughi.


Novi Vinodolski (Croazia) - Nini al campo profughi Konus.Novi Vinodolski - Nini al campo profughi Konus.


Doborovci (Bosnia) - Nini tra i ragazzi di Doborovci.Bosnia - Nini tra i ragazzi al campo estivo "Insiemecongioia".


In ricordo di Ikonija Todoroviċ

In ricordo di Ikonija, un bellissimo girasole di Bosnia.

Campo San Martino, 12 marzo 2014-03-12

La notizia della morte di Ikonija, mia "sorella" carissima in Gračanica, mi è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Avevo notizie che era andata in Australia e questo per me significava che aveva sconfitto la sua malattia.

Come dirvi che creatura speciale è stata Ikonija per me non è facile.

L'ho conosciuta nella primavera del 1993, durante la mia prima missione in Bosnia. Era sindaco Hazim Vikalo. Lui ci ha spiegato che in Gračanica molti serbi non avevano lasciato la città, perché si sentivano parte viva e volevano condividere il destino comune pur sotto le granate che arrivavano dalle colline serbe. Con l'aiuto di quel Sindaco illuminato abbiamo costituito il primo comitato interetnico "Suncokret" (Girasole) dove serbi, musulmani e croati ci avrebbero fatto da sponda per la migliore distribuzione degli aiuti umanitari che avremmo potuto inviare.

Così ho conosciuto Ikonija, nel primo "girasole" di Bosnia!

Ikonija, da quel momento, c'era sempre per me e per tutti noi. Lei il nostro referente con il mondo della scuola che tante meraviglie ha prodotto con gli scambi culturali che si realizzavano, lei a proteggere la nostra presidente Vesna Gusic nel faticoso lavoro di equa distribuzione degli aiuti ai profughi, lei a sostenere la prima delegazione delle donne "Suncokret" arrivate da noi quando ancora infuriava la guerra. Ikonija era amica di tutti e nostro rifugio caldo e ospitale sempre. Con suo marito Nenad faceva miracoli in quella casa grande, circondata dal torrente, sotto la collina. La sua casa era il nostro centro della diplomazia, degli incontri, del ristoro e del conforto, diurno e notturno. Era lei che rendeva tutto possibile nella quiete e nella discrezione e nell'accoglienza. I bei ricordi sono infiniti. Dagli incontri coi Sindaci di Gračanica e di Doboj Istok, alle feste campestri che organizzava nel suo giardino quando una delegazione del nostro comitato arrivava, al letto pronto per noi anche quando si arrivava all'improvviso. Ma questo non bastava. Quando ci si abbracciava per ritornare in Italia non era mai a mani vuote. Dovevamo portarci a casa o il miele o la rakja o i centrini all'uncinetto.... Per me aveva sempre un riguardo e un'attenzione speciali. Chi di noi passava da casa sua aveva il compito di portarmi i saluti e sempre un qualche cosa che profumava di Bosnia. L'ultima volta che ci siamo viste è stata in occasione della mia missione agricoltura con Giuseppe Andreis. Siamo stati ospitati da Ikonija e il tempo libero dagli agricoli è stata, come sempre, una meraviglia di accoglienza che ha fatto ben gustare, al mio amico piemontese, la magia del cuore ospitale della Bosnia.

Lei era per me un porto sicuro in tempo sereno e nella tempesta. Solo la luce del suo faro si è spenta. Ci resta l'animo pieno di nostalgia per lei e colmo di gratitudine per quanto ci ha donato, di energia e di calore umano, nel tempo difficile, come amica, come sorella. Un dono della vita!

A suo marito Nenad e ai suoi cari la mia vicinanza solidale e tutto il mio affetto.

Lucia Zanarella.

Chi era Ikonija

Sono trascorsi vent'anni dal primo incontro con Ikonija e il suo straordinario compagno Nenad. La loro casa accogliente era sempre aperta agli amici e a chi aveva bisogno di conforto.

Ikonija e Nenad ci hanno ospitati nella prima missione in Bosnia, da pochi mesi era finito l'assedio alla città. Non c'era energia elettrica, ma l'ingegnosità di Nenad ci permetteva di fare il bagno nella vasca di casa con l'acqua del torrente che scorreva fuori, intorno al giardino. Talvolta arrivavano delle persone a cercare aiuto e Nenad gli regalava della farina per fare il pane. La sera, alla luce della candela, si stava in giardino a parlare del presente, durissimo, e del futuro. La severa moralità di Ikonija mi metteva soggezione, ma nel tempo, negli incontri degli anni successivi, quando ci siamo frequentate anche per una vacanza insieme, ho scoperto in lei e nel suo compagno due persone straordinarie: generose, ironiche, affettuose, sensibili, divertenti, colte, attente alle esigenze degli altri, rispettose della natura. Ti mostravano con orgoglio il loro paese, la Jugoslavia (le città, la natura, le caratteristiche delle persone) e ti trasmettevano un forte senso di appartenenza ad un popolo e alla sua storia travagliata.

Stare con loro non ti stancava mai e separarsi era sempre difficile, nonostante le immancabili vettovaglie che Ikonija ci preparava per il viaggio di ritorno: deliziosi panini al burro con prosciutto e insalata, le uova sode delle sue galline, biscotti e succhi di frutta.

Sapevo della malattia di Ikonija e avevo deciso di andare a trovare i miei Amici a Pasqua. Il loro recente viaggio in Australia, la realizzazione del sogno di andare a trovare il nipote partito durante la guerra proprio nei giorni in cui eravamo lì anche noi, mi aveva fatto sperare che la malattia era sconfitta o comunque che ci saremmo riviste. Non è stato così, purtroppo. Ho il rammarico di non aver capito, di non essere stata con lei ancora un poco, di non averla salutata e abbracciata.

Penso a Nenad con tenerezza e affetto, al vuoto immenso che lascia la sua meravigliosa e speciale compagna. E al vuoto che la morte prematura di Ikonija lascia in me, nella mia famiglia e in questo grande pezzo di mondo. C'erano tante cose da fare ancora, lei ci riusciva, con tenacia e saggezza.

marzo 2014

Michela Facchinetti

In ricordo di Beppe Vazzano, prof. amato dagli studenti e volontario per la pace

Il giorno 18 gennaio 2014 è mancato il prof. Beppe Vazzano, amato dagli studenti e compagno di viaggio nelle Missioni in Bosnia, come nella fatica di organizzare e sistemare la raccolta di aiuti umanitari nei primi dieci anni dopo la guerra in ex Juogoslavia.

Per un ricordo di Beppe, vedi la lettera di Lucia Zanarella indirizzata agli studenti e ai volontari del Comitato Provinciale di Sostegno alle Forze ed Iniziative di Pace della Provincia di Padova.

Questo, invece, l' "articolo comparso sul Mattino di Padova"


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