AVIP

DIARIO 2000 - MISSIONE A DOBOROVCI: RELAZIONE DELLA SETTIMANA IN BOSNIA DEL 2000

domenica 6 lunedì 7 martedì 8 mercoledì 9 giovedì 10 venerdì 11 sabato 12

Partecipanti

Resoconto

domenica 6 agosto:

Sempre insieme con gioia anche quest'anno. Partenza puntuale alle ore 6, viaggio tranquillo con la tradizionale tappa in Slovenia, ad Otocez, dove abbiamo pranzato (e pennichella) sulle rive del fiume che passa vicino al castello. Siamo arrivati alle 18 dopo aver passato con qualche difficoltà la frontiera bosniaca. Degna di essere menzionata la partita vinta grazie alla nostra traduttrice Marisa che è stata decisa nel farci restituire i soldi pagati in più al casello autostradale croato. A Doborovci stavano giocando la partita della finale di calcio. Mario e Vanni ci attendevano, e dopo aver sistemato armi e bagagli abbiamo cenato.

lunedì 7 agosto:

Colazione ore 9. Anche se per il mattino non erano previste attività alle 10 eravamo in campo a presentarci e a salutare i nostri piccoli amici con dei bans. Nel pomeriggio abbiamo iniziato le attività di laboratorio e ci siamo divisi in gruppi. Laura e Chiara insieme a Giacomo hanno tenuto il corso di italiano con circa 30 alunni; i bambini hanno partecipato attivamente con un buon coinvolgimento. Nel gruppo di disegno di Maria Grazia e Raffaella circa 60 bambini hanno punteggiato delle sagome predisegnate e quindi colorate; orgogliosissimi, i bimbi hanno fatto mostra a tutti dei loro piccoli capolavori. Daniela e Silvia hanno creato un laboratorio di braccialetti di fiori di perline con grande entusiasmo delle bambine che erano con loro. Virginia, Luciana e Marianna si sono adoperate in decorazione di bottigliette con carta adesiva e fiorellini di carta pesta. Infine nel laboratorio all'aperto di carta marmorizzata con Maria Laura, Battistina e Sonia di tutto il gruppo iniziale (circa 26) è rimasta una decina di bambine che si sono dimostrate molto interessate ed attive. I maschi del gruppo hanno organizzato delle squadre di calcio con i ragazzi che preferivano giocare all'aperto. Alle 18 alcuni di noi si sono ritrovati per formare due gruppi in visita ad alcune famiglie di profughi. Il gruppo formato da Mario, Marisa, Ileana, Giampaolo, Marianna e Sonia è stato ospitato da una famiglia di Srebrenica che ci ha ringraziato molto per gli aiuti di questi anni, non solo materiali e ci hanno fatto sapere - con nostra gradita sorpresa - che i bambini ci aspettavano con ansia da almeno 10 giorni.

(scritto da Maria Laura e Sonia )

martedì 8 agosto:

Anche questa mattina mi sono svegliata alle 6.30, sia perché le finestre della camera non hanno le tapparelle e la luce entra presto dentro, sia perché sono curiosa di sapere se oggi potrò lavarmi almeno il viso se c'è l'acqua. Ma l'acqua purtroppo non c'è: dobbiamo arrangiarci con le bottiglie portate da casa. Quest'anno infatti, a causa della siccità, l'acqua viene distribuita solo poche ore al giorno verso le 7 del mattino e le 7 della sera.Per me è il terzo anno qui in Bosnia, ed è la terza volta che alloggio in questa camera tanto che ormai mi sento un po' come a casa mia. Fuori di casa ci sono già alcune bambine che mi aspettano e appena esco fanno a gara per darmi la mano. Mi accompagnano fino al ristorante di Krusko dove mi attende la colazione. Alle 9 tutti giù in campo. Il primo giorno dei giochi è sempre il più difficile perché bisogna dividere i bambini in squadre evitando di formare squadre di soli "grandi" e altre di soli "piccoli", ma naturalmente come sempre le squadre sembrano siano già state fatte dai più grandi che decidono chi vogliono con loro e che scartano naturalmente i bambini più piccoli. A noi sembra strano, ma la competitività e la voglia di vincere è tanta. I giochi iniziano verso le 10. Quest'anno abbiamo preparato alcuni giochi nuovi come la corsa delle macchine di cartone e la staffetta del Re e del Paggio. Il tempo passa molto velocemente tanto che le squadre non riescono a fare il giro di tutti i giochi. Alle 11.30 Luca e Francesco arrivano con the e biscotti. Visto che il pranzo è previsto per le ore 13, Silvia ed io accettiamo l'invito di Fatima di andare a casa sua seguite da altre due bambine che non vogliono saperne di staccarsi da noi. La mamma di Fatima ci offre caffè, succo d'arancia e due tipi di dolci. Noi ci sentiamo un po' in imbarazzo per esserci presentate a mani vuote e non facciamo altro che ringraziare per tutto quello che ci ha preparato, anche perché non sappiamo dire altro che "hvala". è vero però che a volte un abbraccio e una stretta di mano valgono più di tante parole. Scattiamo qualche foto al gruppetto e con l'aiuto di Fatima e Mira, che parla un po' in inglese, promettiamo alla mamma di portarle queste foto il prossimo anno. Lei ci chiede di tornare ancora a trovarla. Alle 12.30 ci ritroviamo al ristorante da Krusko ed aiutiamo Laura e Chiara a tagliare dei cerchi di cartone che serviranno per il corso di italiano programmato per il pomeriggio. Alle tredici pranziamo con spaghetti con pesto alla genovese: i nostri cuochi ci trattano bene! Dopo pranzo inizia il rito dei dieci minuti di riposo sul tavolo. Verso le quindici ci incamminiamo verso la scuola dove, anche oggi, svolgeremo i vari laboratori. Quest'anno abbiamo organizzato un corso di italiano, un laboratorio di braccialetti con perline, di decorazione di bottiglie, di bamboline di stoffa, di produzione di carta marmorizzata, di creazioni con le mollette di legno e di mongolfiere. I più piccoli si cimenteranno con il punteruolo per punzecchiare e con i colori per i disegni. I maschi più grandi, invece, si ritrovano in campo e si sfideranno in partite di calcio e di calcetto. Alle 17.30 portiamo a termine i vari laboratori e mentre un gruppo di noi va a fare visita ad alcune famiglie del campo profughi, io con altre ragazze resto nel magazzino che abbiamo organizzato dentro la scuola ed iniziamo a dividere i premi per la caccia al tesoro e per la maratona. Alle ore 20 ceniamo e concludiamo la serata scambiandoci commenti sulla giornata e cantando le canzoni del libretto preparato prima della partenza.

(scritto da Daniela)

mercoledì 9 agosto

giovedì 10 agosto:

Colazione alle 8 sempre puntuale e perfetta (ad opera di Virginia e Battistina). Programmazione dei giochi con l'acqua ed assegnazione delle squadre. Alle 9.30 inizio dei giochi in campo con grande partecipazione ed attenzione delle squadre, come per ogni giornata. alle 11.00 pausa the e fine delle attività mattiniere. 13.15: pranzo da Krusko, dove ogni giorno e come ogni giorno i nostri cuochi Luca, Francesco e Ruben ci hanno viziato. Ore 15.30: ritrovo alla scuola per le attività di laboratorio e corso di Italiano; le attività svolte sono state:

Per i ragazzi "sportivi": calcio e pallacanestro.

Ore 17.00: consegna materiale didattico all'asilo di Doborovci della maestra Nasveta in mezzo ai giochi dei bambini con i regali ricevuti. Ore 18.00: grande incontro di calcio tra la squadra dell'AVIP che essendo un po' carente di giocatori è stata supportata da alcuni profughi (molto bravi) e la formazione del Doborovci. La partita è stata equilibrata, il risultato si è fermato sullo 0-0 grazie all'abilità del nostro portiere (uno dei profughi) che per ben 2 volte è riuscito a difendere saldamente la porta. I calciatori hanno giocato bene anche grazie all'eccellente supporto della tifoseria italiana molto presente e... rumorosa. A fine partita foto della squadra AVIP (la squadra locale è subito rientrata negli spogliatoi poco entusiasta per il risultato). Ai giocatori profughi della squadra AVIP è stata consegnata una cassa di birra e la promessa di un pallone a fine settimana. Ore 20.30: cena offerta da Krusko a cui hanno partecipato oltre al gruppo AVIP, la squadra rappresentativa del Doborovci calcio, alcune personalità del luogo (il capo del comitato di accoglienza, il vice sindaco, il capo della polizia, l'epidemiologo dell'ospedale di Gračanica, ecc.). La festa è stata sottolineata da un vivace complesso musicale che per tutta la serata ha intonato canti tradizionali bosniaci di guerra e d'amore. E' stata una bella serata che ci ha permesso ancora una volta di conoscere un po' di più gli usi e le tradizioni di questa gente, cercando un'integrazione maggiore da parte nostra. Rientro a casa verso l'una di notte (per Roberto fino alle 02,30!).

venerdì 11 agosto:

Oggi mi sveglio verso le ore otto, il primo pensiero è quello dell'acqua per potersi lavare, ma come sempre non c'è, perché viene distribuita solo poche ore nell'arco della giornata; così ci si arrangia con i secchi e le tinozze riempite precedentemente. Come ogni mattina di questa "strana" settimana di Bosnia, mi affaccio alla finestra e vedo la stalla, della famiglia che ci ospita, con dentro le "solite" due magre mucche e un paesaggio collinare sempre verde, nonostante la scarsità d'acqua. Ci ritroviamo tutti (i componenti dell'AVIP) verso le otto e trenta sopra la terrazza del ristorante di Krusko (una personalità in paese). Stanchi ed un po' assonnati si fa un'abbondante colazione e ci si prepara ad affrontare un'altra giornata in mezzo ai ragazzini. Oggi è previsto un gioco a squadre con l'acqua. Si effettuano gli ultimi preparativi, mentre i bambini ci stanno già aspettando da tempo (è bello vedere questi ragazzi che ci aspettano con tanta impazienza come fossimo dei divi). Le squadre già composte i giorni addietro (quest'anno sono contraddistinte dalla frutta), si dispongono sul campo da calcio, mentre vengono ultimati i vari campi dove si svolgeranno i giochi. C'è un po' di confusione ma l'importante è, riuscire a farli divertire. E' bello vedere l'impegno che ci mettono per riuscire a vincere le gare, a volte con qualche scorrettezza subito rilevata dagli stessi ragazzi. La calda mattinata si conclude con il "rito" dei te con i biscotti. Anche in questi frangenti ci sono i bambini più grandi che cercano di impossessarsi di più te e biscotti possibili a discapito di quelli più piccoli, ma si cerca di accontentare tutti.Qualcuno di noi (Giorgio) si irrita ed alza la voce verso quelli più scalmanati, ma il risultato non cambia. Finiti i giochi, qualcuno viene invitato a visitare le famiglie dei profughi. E' triste vedere dove sono costretti ad alloggiare; su piccole case stile norvegese vi abitano 3 - 4 nuclei familiari, ma ancora più commovente è la voglia che hanno di continuare a vivere il più decentemente possibile anche se angusto. Verso l'una si mangia, come tutta la settimana, un ottimo pranzo grazie al nostro "cuoco" Luca che ci vizia con gustosi piatti. Finito il pranzo, si discute e si prepara il programma da farsi per il pomeriggio a scuola, si preparano anche i cartellini ed i premi per la maratona e la corsa in bici che si svolgerà domani. Verso le tre ci si avvia alla scuola per i consueti laboratori, dallo studio della lingua italiana al lavoro manuale, mentre per i ragazzi non interessati, si organizzano le solite partite a calcetto o pallavolo. Michele insegna un "nuovo" gioco ai ragazzi chiamato bandiera. Ormai è l'ultimo pomeriggio che passeremmo insieme a loro e si sente, infatti non hanno la voglia di giocare come gli altri giorni. Verso le cinque ci congediamo da loro anche se qualcuno rimane sempre a farci compagnia. Alle 20 ci si ritrova al ristorante, ed in terrazza si consuma l'ultima cena, come sempre ottima. C'è voglia di scherzare e ridere forse per evitare di pensare all'ultimo giorno in Bosnia, cioè domani. Verso le nove ci rechiamo tutti al campo profughi dove vengono proiettate le diapositive degli anni precedenti. C'è molta gente e tutti ridono e commentano ogni fotogramma sottolineando con qualche "Ooooh" quelli più belli, i bambini sono quelli che si divertono di più. Finite le diapositive ci si trova con i ragazzini davanti alla scuola del campo e si cantano delle canzoni in italiano. Alla fine di tutto si ritorna a casa, stanchi ma contenti di aver fatto passare qualche ora felice.

(scritto da Roberto)

sabato 12 agosto:

La mattinata del sabato è cominciata con la triste scoperta del furto di parte del materiale che avevamo depositato nella scuola, tra cui scarpe, borse e zaini che dovevano servire come premi principali per i vincitori della maratona e della corsa delle biciclette. Dopo una breve discussione abbiamo deciso di dare il via ugualmente a queste gare che infatti hanno visto la presenza di un bel numero di bambini e ragazzi, tutti con il loro cartellino numerato, per dividerli per età e per permettere a noi di segnare il numero dei primi arrivati. Tutte le corse si sono svolte regolarmente e senza scorrettezze, visto che i percorsi erano stati studiati in modo da non trovare scorciatoie. L'unica gaffe - se proprio vogliamo - l'ha fatta una delle nostre ragazze cui era stato detto di bloccare tutte le macchine e che - impegnata com'era nel proprio compito - ha cercato di fermare anche la macchina della polizia locale. E' seguita poi la premiazione dei vincitori ed a tutti i partecipanti sono stati dati dei piccoli premi, come occhiali da sole, cappellini, lecca-lecca, spazzolini e dentifricio. Dopo pranzo abbiamo consegnato dei regali anche ai ragazzi più grandi che ci avevano aiutato nelle attività della settimana. Siamo così arrivati ai saluti finali ed agli ultimi bans nel cortile della scuola, cui però non hanno partecipato così numerosi come ai giochi dei giorni precedenti. Il viaggio di ritorno è filato via senza intoppi, siamo anche riusciti a non farci imbrogliare dai casellanti, quelli di Lubiana stavolta. Ma si sa, la vicinanza di casa, la stanchezza e la distrazione sono sempre in agguato e così in Veneto è accaduto ciò che non era successo in tre stati esteri: una delle nostre nove macchine - giunta a Mestre - ha pensato bene di proseguire dritta per l'autostrada fino al casello di Vicenza ovest, per poi ravvedersi, alle 2.30 di mattina, e fare ritorno a Sant'Angelo dove gli altri aspettavano con un po' di preoccupazione e tanto sonno.

(scritto da Giorgio)

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