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DIARIO 2011 - MISSIONE A DOBOROVCI: RELAZIONE DELLA SETTIMANA IN BOSNIA DEL 2011

RELAZIONE MISSIONE ESTIVA 7-14 AGOSTO 2011

A cura di Mario

La missione A.V.I.P. a Doborovci è stata quest'anno particolarmente ricca, con alcune novità interessanti. Novità che hanno avuto il significato di crescita positiva, ma in alcuni casi ci hanno messi di fronte a nuovi problemi.

ATTIVITA' REALIZZATE

Le cosiddette "attività di routine" si sono svolte regolarmente: animazione (con giochi di squadra per i bambini da 7 a 14 anni, e "lavoretti" per i bambini più piccoli); tornei sportivi per ragazzi adolescenti (calcio per i maschi, pallavolo per le femmine); corsa podistica (chiamata "maratona") a chiusura della settimana; concorso di pittura e concorso fotografico. Durante queste iniziative abbiamo avuto la partecipazione sempre entusiasta e gioiosa, soprattutto dei bambini più piccoli, che con il loro affetto e il loro sorriso hanno "conquistato" i nuovi volontari, presenti per la prima volta a Doborovci.

Il "Progetto terreni" è stato realizzato secondo l'impostazione degli anni precedenti. Sono stati confermati gli incentivi alle famiglie del campo profughi che si sono dedicate alla coltivazione di cetrioli destinati alla vendita, e di altri ortaggi per il consumo famigliare: l'A.V.I.P. ha finanziato per intero l'acquisto di sementi e concimi, e per una quota parte le spese di affitto dei lotti da coltivare. L'esito dell'iniziativa è stato positivo, tranne per la resa in termini di raccolto, a causa delle non favorevoli condizioni climatiche. Un aspetto importante è stata la riduzione del numero delle famiglie coinvolte nel progetto, poiché alcune di quelle che partecipavano negli anni precedenti si erano trasferite o erano in procinto di farlo. Perciò sarà necessario verificare gli eventuali partecipanti al progetto nel 2012.

Per agli aiuti ai cosiddetti casi sociali (i sussidi in denaro, o beni di prima necessità) si è ulteriormente sviluppata la metodologia degli anni precedenti: coinvolgimento dei responsabili di villaggio (Presidenti e membri del Consiglio) sia per Doborovci Alto, sia per Doborovci Basso; visita "di conoscenza" alle persone da aiutare nei primi giorni della settimana; valutazione e decisione collegiale sulle forme di aiuto; consegna diretta degli aiuti prima della nostra partenza. Si è cercato, per quanto possibile, di stabilire un rapporto umano con le persone o famiglie segnalate, per andare oltre la semplice distruibuzione degli aiuti.

Per il nostro sostegno alle attività rivolte ai giovani, quest'anno si è deciso di dare un contributo in denaro (1.000 euro) per la realizzazione di un campo sportivo a Doborovci Alto (un'opera che i giovani aspettavano da anni). In questo progetto è significativo lo spirito di iniziativa dimostrato dai rappresentanti del villaggio che, oltre usufruire del finanziamento comunale e del contributo A.V.IP., hanno messo in moto una raccolta fondi tra tutti gli abitanti, facendo leva sullo spirito di condivisione e collaborazione all'interno della comunità.

Tra le altre attività e progetti, si è verificato uno sviluppo interessante nel nostro rapporto con la scuola e con le donne.

Per la scuola si è avuta la cerimonia di premiazione del concorso letterario "Se Pinocchio venisse in Bosnia", organizzato dalla scuola di Doborovci e rivolto agli alunni di tutte le scuole del Comune di Gracanica (zona musulmana) e di Petrovo Selo (zona serba). Il concorso è stato finanziato dall'A.V.I.P., grazie ai fondi ricavati dalla vendita del libro "L'albero del pane" di Francesco Zanin e Ivano Manzato. L'esito dell'iniziativa è stato lusinghiero: il numero dei partecipanti è andato oltre le aspettative (140 alunni delle varie scuole); secondo la giuria, presieduta dallo scrittore Šimo Ešic, i lavori presentati erano tutti di buona qualità, e alcuni erano "piccole gemme di letteratura"; i racconti classificati ai primi posti saranno utilizzati per la lettura nelle scuole del nostro territorio, come stimolo allo scambio di esperienze didattiche tra scuole italiane e bosniache.

L'attività con le donne, oltre a confermare il laboratorio di bigiotteria nel campo profughi, ha avuto uno sviluppo nel promuovere nel villaggio una prima forma di progettualità per il miglioramento della condizione femminile. Da alcuni incontri con un gruppo di donne di Doborovci sono venute due iniziative:

PROBLEMI EMERSI E PROSPETTIVE

Durante la missione estiva di quest'anno siamo venuti a conoscenza degli effetti molto pesanti della crisi economica su diverse famiglie che erano già in difficoltà. Con il nostro contributo finanziario abbiamo potuto rivolgerci ad alcune famiglie, ma le necessità erano tante. Da ciò deriva il nostro rammarico di non poter fare di più, e si è ripresentato il dubbio, già presente negli anni scorsi, se siamo in grado di individuare quali siano le famiglie che più sono bisognose di aiuto. Lo stesso problema vale per il campo profughi: nelle case lasciate dai profughi che si sono trasferiti altrove, sono arrivate nuove famiglie con varie forme di disagio: famiglie bisognose di aiuto, che però non sono coinvolte nel progetto agricoltura. Siamo perplessi su come aiutarli, nel dubbio se si tratti di effettivi impedimenti o se qualcuno si adagi in una condizione di inattività, adattandosi ad una vita stentata aspettando che qualcuno li aiuti. Su questo problema sarà necessario fare un lavoro appropriato di riflessione.

Nella missione di quest'anno, infine, abbiamo potuto constatare le nuove possibilità che si potranno aprire nei rapporti umani con la comunità di Doborovci. Abbiamo avuto varie occasione per valorizzare questo "incontrarsi", sia nei momenti più leggeri, sia nello sforzo di rafforzare la collaborazione. Si possono citare alcune iniziative:

GIOVEDI' 11 AGOSTO

Diario a cura di Sabrina

Dalle fessure del balcone entra luce, sicuramente oggi c'è già il sole alto; bene, bene ... era ora dopo il freddo di ieri ...

Se potessi decidere dove il sole oggi potesse scaldare di più i cuori, vorrei che i primi più bei raggi arrivassero ad una persona a me molto cara che proprio oggi che mi è stato chiesto di scrivere questa pagina di diario della mia piccola esperienza in Bosnia, verrà operata in Italia. Gli devo molto, anzi con lui ho cominciato a credere che in fondo può essere vero che ognuno di noi ha un senso ed il suo è starmi vicino, facciamo pure che è il mio angelo e quindi, anche se lontana 800 km, con la testa ancora sul cuscino, il primo pensiero va là. I restanti raggi poi li vorrei tutti qui a Doborovci ... deve esserci tanta luce perché io ho bisogno di vedere il più possibile dentro gli occhi delle persone che oggi incontrerò e di certo saranno tante.

Su, su dai.. alzarsi velocemente, una puntatina in bagno, pantaloncini e maglietta e poi giù per le scale ma non di corsa, rischierei di inciampare tra i tappeti; qui ovunque tappeti, persino sui gradini e della misura proprio giusta, a mezzaluna ... e poi qui non si corre ... solo i bambini corrono. Sì è speciale quando mi corrono incontro chiamando "Sabrrrrina" quando mi vedono per strada ed è speciale, a dir poco speciale ... Senti la voce che si avvicina, le braccia che si aprono, il rumore sordo dei passi che si avvicinano e poi il tonfo che arriva addosso , con le braccia che si chiudono attorno ai fianchi e puff ... contatto!

La colazione al ritrovo da Krusco tra amici, volontari dell'Avip, non si può mancare, tra pane e Nutella, the e biscotti un buongiorno col sorriso, con gli occhi un po' stanchi ... ore piccole o Rakia? 10 minuti per organizzare la giornata tanto per fare il punto sulle attività che dovranno essere svolte nell'arco della giornata. "ORGANIZZARE" è una parola che in Italia controlla le nostre giornate ... Ci sentiamo sicuri solo se già dal mattino abbiamo ben chiaro quale sarà il programma fino a sera ... ogni contrattempo potrebbe creare qualche problema; qui invece sembra assumere un significato più blando ... si organizza a grandi linee e poi ... si vedrà!!!!

Dai viaaaa, stamattina sono impegnata al laboratorio con i più piccoli, quelli che piacciono tanto a me ... diffidenti e alquanto staccati finché non riesci a sfiorarli anche solo con un dito e se poi mentre li sfiori riesci ad incrociare i loro occhi e accendere un bel sorriso (cosa che qui sembra automatica) allora diventa semplicemente magia; il calore e l'immediatezza che traspare è semplicemente impagabile e non ha niente a che fare con gli occhi spenti e a volte scassati dei miei figli davanti al PC o alla TV, incapaci a qualsiasi reazione.

Alla scuola già i bimbi aspettano, visi sorrisi e occhi già visti ma dei quali non ricordo i nomi uffa!!!! Di qualche bimba forse, qualcuna anche un po' maschiaccio; un po' per necessità, un ruolo, una necessità vista la realtà nella quale sono costrette a crescere e sopravvivere. Magari avrebbero voluto anche loro frequentare qualche lezione di danza, vestiti trendy. E ancora cado nel paragone ... ragazzi che da noi hanno tanto ma che non contenti cercano il tutto e non riescono quindi ad apprezzare né il tanto né il tutto perché tanto il tutto non sarà comunque mai abbastanza. Non trovano mai un motivo per poter essere grati alla vita e cadono spesso nella noia e senza occasioni per poter giocare e divertirsi tranquillamente. Un vero peccato non poter almeno per un po' scambiare i posti. Altro che corsi di sopravvivenza estivi in montagna, settimana scout per imparare almeno ad arrangiarsi un attimo ... qui c'è la possibilità di imparare - e gratis -una lezione di vera vita e l'arte di arrangiarsi col sorriso.

Tra disegni colorati, le collane con perline più varie e fantasiose al collo delle bimbe, braccialetti col nome ai polsi dei ragazzi, passano velocemente un paio d'ore. Ormai le bimbe sono diventate bravissime, creano di quei giri di colori ... solo alla fine del capolavoro ti si avvicinano e, con questo popò di collana tra le dita, come si fa a non capire che basta solo un nodo a completare l'opera.

Thè e biscotti sta diventando una bella abitudine ... è una buona occasione per imparare qualche parola tra i sorrisi divertiti dei bimbi che mi prendono a dir poco in giro per la mia "ottima" pronuncia.

Che bel gioco ridere ... Non serve parlare ... basta ridere

Oggi pomeriggio poi sarà impegnativo, forse, anzi credo anche un po' incasinato: sono in programma i giochi senza frontiere. Già qualcuno è partito stamattina per organizzare, preparare i giochi e noi poi in pullman li raggiungeremo accompagnando i ragazzi di Doborovci; qualche panino da preparare per poter in qualche modo riempire un buco allo stomaco all'occorrenza visto che oggi a pranzo non mangiamo tutti assieme mentre i ragazzi mangeranno poi la "pita" preparata dalle mamme del paese.

Ne ho sentito tanto parlare di questo avvenimento ... Sono solo giochi, eppure non sono poi preparati solo e semplicemente come un tali. Onore al merito degli organizzatori che come obbiettivo primario hanno quello di provare a far giocare assieme e quest'anno anche nella stessa squadra ragazzi di vari paesi, ma soprattutto con credo e di etnie diverse. Non dimentichiamo che qui la guerra ormai finita 16 anni fa ha lasciato dei segni ancora ben radicati sui cuori degli adulti ... il più bel compito che oggi è affidato un po' a tutti i volontari è di far vivere ai ragazzi, a tutti i ragazzi una bella giornata tra giochi e sorrisi condivisi in modo che magari, e sottolineo magari ... i ragazzi possano capire in un prossimo domani che in fondo la vita può essere vissuta come una bella partita, con delle regole da rispettare naturalmente, come ogni gioco ha le sue ma che può diventare un bel divertimento se condiviso.

E allora pronti via a gonfiare palloncini, palloncini e ancora palloncini ... Quanti, sembrano non finire mai ... e via arrivano i ragazzini. Dai, dai leghiamoli alle caviglie, veloci dai ... le squadre sono pronte ... Viaaa vince la squadra che riesce a scoppiare tutti i palloncini dell'altra. Che bello 'sto gioco ... il sole ci cuoce, le spalle bruciano ma si gioca e tutto passa in secondo piano, magari un po' di crema per le scottature non sarebbe stata male vero Donatella? Piccolo imprevisto ... una presa d'aria di troppo ... vero Virginia? Pazienza, non c'è tempo per pensare, maglietta ai fianchi e problema risolto, che ridere però. Negli altri campi altri giochi, tra una strana pallavolo con l'utilizzo di un telo, una rivisitazione della palla avvelenata tutto procede tra un sano agonismo di ragazzini che non hanno proprio voglia di mollare per vincere. Quanti occhi felici ... sì, perché è bello vedere i sorrisi, ma vedere gli occhi che ridono è di più e qui si respira il di più.

Non ci sono tensioni di nessun tipo e sfido chiunque a pensare che ... Sì, insomma sembra tutto così bello, un bel fine anno organizzato tra ragazzini di varie scuole per festeggiare l'arrivo delle vacanze estive ... sappiamo tutti che non è proprio così che magari i padri di questi ragazzi si guardano ancora in cagnesco ma i ragazzi no! Non sarà così tra di loro ... voglio crederci io, anzi, ci crediamo tutti noi oggi e ancor di più ci crederemo domani.

Ma la fatica non si fa mica sentire? Cavoli, finiti i giochi, fatte le premiazioni (ma comunque tutti vincitori), mangiato il mangiabile allo stand allestito alla grande con ogni sorta di bibite e pita ... Sole cocente ... Ma ai ragazzi è rimasta ancora la forza di ballare? Ebbene sì, la festa nella festa, balli di gruppo e coreografie quasi a voler dire che, è stato bello ma non basta. Terremo il ricordo della giornata acceso fino al prossimo anno e ci scommetto che il prossimo anno di certo la festa si ripeterà.

Tutti in pullman verso casa, ormai è sera, a rapporto!!!!

I ragazzi più grandi del paese prendono in mano la situazione, controllano ben bene che ci siano tutti. Li vedi ragazzi con un qualcosa in più; sarà la consapevolezza che, in fondo, da loro dovranno arrivare tutte le più belle cose che questo angolo di terra si può meritare, sarà che finalmente qualcuno apprezza il loro modo di essere ma sembrano più grandi. Belle speranze in bellissimi occhi sinceri a volte anche troppo sicuri.

Una meritata doccia ma sempre e comunque il più velocemente possibile visto che siamo leggermente in ritardo sulla tabella di marcia: si mangia alle otto e io di certo arriverò in ritardo. Come non detto ... decisamente in ritardo ma che importanza ha? Qualcosa si trova sempre da mangiare, o almeno si spera sempre se i primi "ga avù creansa".

E ancora, come ormai sana e buona abitudine 10 minuti per le direttive di Mario e poi.... Si sprepara! In cucina le pile di piatti e bicchieri ... Chi è di servizio stasera? Diciamo un po' tutti da buoni boyscout.

Stasera ci sono le diapositive da vedere, sì foto scattate anche nei primi anni dell'Avip a Doborovci e quindi tutti in palestra, l'unico posto dove in paese si possano radunare un bel po' di persone.

Come a solito, con i miei 5-10 minuti di ritardo, entrando la prima cosa che mi è venuta da notare è stata la percentuale di presenza maschile e non solo di ragazzi, credo che per la prima volta, a parte al bar da Krusco, sono riuscita a vedere così tanti uomini. Disposizione di rito: i ragazzini davanti e gli uomini dietro (Avip nel centro). Vabbè dai ... ma che simpatico è stato vedere come allo scorrere delle diapositive, soprattutto le più vecchie di 10 - 15 anni prima si sentissero venire da dietro delle risatine proprio proprio divertite, e si prendevano anche in giro poi .... Mi è piaciuto, anzi parlando di uomini credo sia una delle poche volte che ho potuto apprezzare la cosa ....

Il tempo è passato in fretta, qualche piccolo inconveniente visto che mancavano le foto dell'anno precedente ma poco importa, le vedranno il prossimo anno. Si è fatto tardi, quasi mezzanotte e le mie stelle?

Vi ricordo che oggi è l'11 agosto e che ieri 10 agosto era la notte di S. Lorenzo ma il cielo era coperto e le nuvole non mi hanno lasciato la possibilità di poter vedere che sopra c'erano le stelle. Insomma anche le nuvole a volte fanno i dispetti e del resto nuvola è femmina. Io stasera devo comunque, nella mia cocciutaggine, a riuscire a vedere almeno una stella cadente (ci si mette poi di mezzo anche la luna quasi piena ... femmina pure lei) ... e allora ditelo!!!!!

Lontano dalle luci dei lampioni, un freddo cane anche se con la felpa, naso all'insù, mani fredde ma tiro un po' giù le maniche, il cielo di Doborovci mi ha fatto un regalo ... un altro regalo. Meritato o no, che m'importa? Ho vinto la mia partita 7-4 ?. Sono felice ?! Solo 6 lettere per dirvi un sacco di cose ... che poi resti il fatto che comunque sia "il dire" non è come "il sentire"... E io sento di essere felice ...

Per caso mi sono trovata a partire ma se non fosse stato così non avrei potuto avere la possibilità di sapere che posso sentire a mille, che riesco ancora a sorridere e abbracciare senza paura ... una delle stelle era anche per i miei figli poi ... chissà se loro vorranno ancora essere abbracciati.

Buonanotte e grazie a voi che ci siete.

VENERDI' 12 AGOSTO

Diario a cura di Laura

Nel pomeriggio di questa giornata era previsto il matrimonio bosniaco di Marianna e Roberto.

Va chiarito che la mitica Presidentessa del "Comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace" della provincia di Padova e il suo consorte, convolati a giuste nozze nel febbraio scorso, in un precedente contatto con i responsabili del villaggio di Doborovci, avevano comunicato la notizia del loro matrimonio ed espresso il desiderio di festeggiare la loro unione anche con tutti gli amici bosnici.

Questi hanno voluto essere loro stessi gli organizzatori di una seconda cerimonia di nozze, secondo la tradizione bosniaca, per suggellare in maniera ancora più forte, se ce ne fosse bisogno, l'amore tra i nostri due giovani.

Marianna e Roberto dovevano portare gli abiti delle nozze, al resto avrebbe provveduto la gente di Doborovci.

Eravamo tutti, sposi compresi, molto curiosi di sapere cosa sarebbe successo, era tutto "top secret".

Sapevamo solo che una ragazza sarebbe venuta a prelevare Marianna e l'avrebbe accompagnata a casa sua dove delle damigelle l'avrebbero aiutata a prepararsi, mentre lo sposo doveva prepararsi da solo ed attendere nella sua casa.

Tutte noi che alloggiavamo con Marianna e Roberto, e cioè Virginia, Elisa, Sabrina e la sottoscritta, ci eravamo recate nelle nostre stanze solo dopo che Marianna aveva avuto modo di riposarsi ed era già uscita con le damigelle.

Per chi non lo sapesse, tutto il nostro fortunato gruppo era ospitato nel secondo piano della bellissima casa di Mirsada, sua sorella Misa ed i genitori.

Preciso inoltre che Mirsada è stata Miss Bosnia 2010 e sua sorella è pure uno schianto. Entrambe bellissime con due gambe che, a guardarle dai piedi alle anche, ci si impiega almeno 5 minuti, tanto sono lunghe. Sono ragazze così belle che, quando le si vede la prima volta, si rimane senza parole.

Ho premesso tutto questo per un fatterello alquanto spassoso che abbiamo vissuto: Roberto si stava riposando pure lui nella sua camera e noi ci stavamo facendo belle per il matrimonio quando sono arrivate le due sorelle che, convinte che nella camera di Marianna e Roberto non ci fosse nessuno, ci hanno chiesto di entrare per raggiungere il terrazzino sul quale la camera si affaccia e fumare tranquille senza incorrere nel giudizio negativo dei genitori.

Alla richiesta di Mirsada, dimenticando completamente che c'era lo sposo, anche lui in grandi preparativi, ho dato loro il via libera. Le due sono entrate e, trovando Roberto (non chiedetemi a che punto era della vestizione, per delicatezza non gliel'ho chiesto), sono uscite di corsa imbarazzatissime.

Ovviamente mi sono subito ricordata di Roberto, che per l'appunto era ancora in camera: ho iniziato quindi a prodigare a Roberto le mie scuse a raffica, ovvero una litania di "scusa, scusa, scusa" interminabile che manda in esaurimento la persona "offesa" che, oltre al danno, subisce le mie ansiose dimostrazioni di contrizione e diventa vittima per una seconda volta. Giuro, non lo faccio apposta, è più forte di me.

Chiarito tutto, le due Miss si sono simpaticamente prestate a delle foto in pose da fatalone, con lo sposo in mezzo. Marianna, quando dopo la festa ha saputo tutto, non ha proprio gradito tutto questo intermezzo. L'ho rassicurata che Roberto nemmeno di fronte a tanta avvenenza della Miss ha mai vacillato e che il suo amore per lei è saldo e forte.

Finalmente eravamo tutti pronti per la cerimonia. Mezza Doborovci (almeno la Doborovci che conta) era invitata.

Gli invitati avevano quasi tutti il mezzo proprio, sono salita con Armin e Samra e i genitori di lui. Eravamo tutti molto eleganti e allegri. Armin e Samra, una giovane coppia di Doborovci che conosciamo ormai da anni e che vivono e lavorano in Italia, avevano un entusiasmo ed una allegria contagiosi e mi spiegavano le varie fasi della cerimonia che si è così svolta.

Per primo Roberto è salito in un carrettino con asinello (sembrava un carretto siciliano) guidato da un cocchiere in costume tradizionale: pantaloni stile turco e casacca bianca. Tutti con le macchine (adornate con fasce bianche) seguivamo il carrettino con lo sposo in un giro dell'oca lungo e tortuoso per tutto il paese che è terminato nella casa della sposa.

Mi è stato spiegato da Sandra che per raggiungere la casa della sposa non si seguiva la normale traiettoria ma si deviava con un giro interminabile, senza mai fare retromarcia, perché portava bene. In Bosnia infatti si pensa che più lunga è la strada da percorrere più possibilità ci sono di una unione forte e per sempre.

Nella casa della sposa i suoi due "genitori putativi" ricevevano i corrispondenti "due genitori putativi" di Roberto, per conoscersi e valutare se dare il consenso al matrimonio e per stabilire la dote della sposa.

Roberto attendeva pazientemente fuori con tutti gli invitati che intanto ricevevano da alcune organizzatrici dei fazzolettini ricamati bianchi e delle coccardine da appuntare al petto come segno di riconoscimento di invitati.

Eravamo tutti eccitatissimi, scattavamo foto in continuazione e facevamo compagnia allo sposo ormai impaziente.

Finalmente i genitori avevano trovato l'accordo e dato il loro consenso alle nozze.

A questo punto esce la sposa, Roberto si avvicina, lei si solleva il velo e... stupore! non è Marianna ma una delle signore del paese molto simpatica ma molto poco avvenente.

Ridiamo tutti, ride anche la finta sposa e dopo poco esce Marianna, bellissima, trepidante che abbraccia un Roberto ancora più emozionato di lei.

Il "padre putativo" di Roberto consegna la dote della sposa: 200 marchi corrispondenti a cento euro. Non è male considerando le difficoltà economiche endemiche del paese. C'è il lancio delle caramelle che mi ricorda quando ero bambina (una vita fa), quando noi bambini andavamo tutti ai matrimoni perché venivano lanciati i confetti che noi o prendevamo al volo o raccoglievamo da terra e mangiavamo tranquillamente alla faccia dell'igiene, tanto secondo il saggio detto di allora: "queo che no sofega ingrasa" (quello che non soffoca ingrassa).

Gli sposi salgono sul carrettino e noi tutti dietro strombazzando. Ogni pochi metri i ragazzini bloccano le macchine con una pertica o una corda. E' parte del gioco. Gli invitati consegnano monetine di consolazione a chi non parteciperà al banchetto nuziale e i bambini mollano la cora e lasciano passare.

Arriviamo alla sala polivalente dove è preparato il pranzo.

E' tutto molto ben organizzato: le tavole sono imbandite con piatti tipici: paprica ripiena, pitta di tutti i tipi, capretto cotto allo spiedo squisito e altre eccellenti leccornie.

Il tavolo degli sposi ha un magnifico centro tavola. Non manca la musica. C'è infatti il violinista Hilmo pronto a cantare con sottofondo musicale rigorosamente altissimo.

Marianna e Roberto vengono invitati a parlare: sono emozionati, bellissimi. Dicono che questo matrimonio preparato con così tanta cura e calore li ha commossi, sono più commossi ora che nel primo matrimonio in Italia e ringraziano con il cuore i loro secondi genitori.

E poi via al banchetto e poi ancora le danze dove tutti ci scateniamo gioendo di questi momenti così belli, così pieni, indimenticabili.

Questo è stato un regalo fantastico che i nostri amici hanno fatto non solo a Roberto e Marianna ma a tutti noi.

Quanto siamo stati felici! Che bello vedere ballare con così tanta voglia di vivere.

Che momenti di pienezza con i nostri cari amici di Doborovci! Ed io, che sono una gaudente, adoro queste occasioni conviviali, queste esperienze emotivamente così forti, piene, meravigliose.

Che voglia di vita che ha questa meravigliosa gente, come mi sento in sintonia con loro, a volte mi sembra quasi di recuperare una parte di me stessa, un modo di vivere che mi appartiene dai tempi della mia infanzia.

Insomma viva gli sposi e viva Doborovci.

Laura Miola

Sabato 13 Agosto 2011

Diario a cura di Ivano Manzato

Siamo tutti un po' intontiti alla colazione del mattino, reduci come siamo dalla festa di "ri - matrimonio" di ieri di Marianna e Roberto, con pasto abbondante, danze bosniache, brindisi a gogò e, cosa non trascurabile, siamo al termine di una settimana impegnativa come poche, così intensa e faticosa che ci ha spremuti come tubetti di dentifricio, a livello fisico ed emotivo.

Ma stamattina, lo spiega in sintesi Mario, il nostro Esimio Presidente, siamo tutti chiamati a presenziare ad una manifestazione che ha richiesto un gran lavoro da parte nostra e, con piacevole sorpresa, che ha impegnato tantissimo anche i nostri amici di Doborovci e non solo.

Impegno primario di Mario (e mio): andare a prelevare a casa la nostra carissima amica Fikreta, alla quale avevamo promesso di farla partecipare alla manifestazione.

In sintesi estrema: è stata organizzato un concorso letterario per le scuole elementari della municipalità di Gracanica (Federazione di Bosnia Erzegovina) e del Comune di Petrovo (Repubblica Serba di Bosnia): un'iniziativa per stimolare la cultura e l'arte dello scrivere tra i giovani, finanziata con il ricavato dell'"Albero del Pane", il libro dell'AVIP, scritto da me e Francesco Zanin nel 2009, venduto in mille copie.

Il tema del concorso è stato: "Se Pinocchio venisse nella nostra Bosnia ...".

Ad ognuno dei 140 giovani partecipanti di ciascuna categoria è stato regalato un libro di uno scrittore italiano tradotto in bosniaco (per gli alunni dalla 1^ alla 4^ classe, il libro "Pinocchio" di Collodi, o "La freccia azzurra" di G. Rodari. Per gli alunni dalla 5^ alla 8^ classe: "La donna di pietra: antologia di racconti italiani moderni") ed ai vincitori delle varie sezioni uno zainetto scolastico contenete diversi libri.

Il Preside della scuola di Doborovci, Senad Zaketovic, si è dato molto da fare, ha coinvolto tutte le scuole del circondario ed era particolarmente fiero dell'onore, così l'ha definito lui, di poter avere avuto questa opportunità lui e L'istituto da lui diretto. Il Sig. Šimo Ešic, scrittore e proprietario della Casa Editrice "Bosanska rijec", ci ha dato un supporto culturale ed organizzativo, presiedendo la commissione esaminatrice, dando apporto tecnico ma soprattutto uno stimolo importante, tramandandoci il suo entusiasmo per l'iniziativa, che ci ha aiutato non poco nella realizzazione del progetto.

La mattinata, che ha visto anche la gradita presenza di un rappresentante del sindaco di Gracanica e del nostro Consigliere Provinciale Mauro Fecchio (che per la verità è "dei nostri" ormai da alcuni anni, e ci sostiene e ci aiuta in vari modi), si è svolta nel migliore dei modi. Dopo gli immancabili, un po' prolissi ma doverosi saluti di rito da parte delle autorità presenti agli organizzatori (e viceversa), i ragazzi partecipanti ci hanno regalato alcune loro perle: sono stati letti gli elaborati dei vincitori (e tradotti in simultanea dalla nostra amatissima e sempre presente e attenta Fatima Mehmedovic), ed abbiamo goduto anche della recita di una scenetta divertente da parte di alcuni di loro. Anche Fikreta ci ha letto un componimento poetico, contenuto nel suo secondo libro di poesie. Infine la consegna dei premi tra applausi, sorrisi, entusiasmi dei vincitori in un clima elettrizzante e piacevole. Graditissima anche la presenza di numerosi volontari degli altri gruppi padovani venuti a presenziare all'evento.P

Infine è giunto anche per me il momento di tornare a casa al seguito di Marianna e Roberto ed in compagnia di Sonia: un viaggio troppo ... corto per la serenità, l'ilarità e la "complicità" con cui l'abbiamo condito.

Manzato Ivano

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