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DIARIO 2004 - MISSIONE A DOBOROVCI: RELAZIONE DELLA SETTIMANA IN BOSNIA DEL 2004

DIARIO 2004

in costruzione

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lunedì 09 agosto

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martedì 10 agosto

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Ore 7:45 del mattino: Luciana russa e Michela dorme beatamente, boh!!! Seppure il paesaggio sia diverso e pur sapendo di essere in Bosnia mi sento a casa mia, mi sembra di abitarci da sempre.

Sono molto impaziente di iniziare questa prima giornata di animazione tra un bel po' di ragazzini che all'apparenza sembrano innocui; solo più tardi mi renderò conto di quanto poco lo siano.

Finalmente Luciana si alza... glielo dico che ha russato? Alla fine della settimana, forse. Segue Michela che, pur essendo l'ultima ad accedere al nostro bagno color fucsia, ci impiega meno di Luciana. Pronti via, si parte a piedi verso Kruško, ristorante bosniaco nonché nostro punto di ritrovo.

Dopo aver fatto colazione il nostro Presidente Mario prende la parola per quello che sarà il consueto consiglio per pianificare la giornata. Un momento che a me personalmente piace molto.

Ore 9:30: insieme a Daniela, Chiara, Marianna, Elisa, Sabrina e il nostro mitico e attempato interprete Giacomo Scotti, ci dirigiamo a Vranovic per far visita a Fikreta. Una ragazza paraplegica alla quale l'AVIP ha donato una sedia a rotelle nuova. Il suo volto nel vederci si illumina e la madre ci confessa che già da ieri ci stava aspettando. La casa è accogliente e le persone che la abitano la rendono ancor più calda e confortevole. Ma ecco che si avvicina l'ora del "funesto" succo di frutta. Colore intenso, profumo acceso e penetrante, sapore... indefinito. Lo bevo io per prima, visto che solo la novizia mi sembra il minimo da fare. Nessun sintomo, tutto bene. Evviva!!!

Ore 11.45: porca miseria! Oggi tocca a me a preparare la tavola insieme a Silvia. Sono in ritardo.

Il pranzo è fantastico. Complimenti alla cuoca, un po' meno all'aiuto cuoco. Sei forte Giorgio!

Ore 14.00: caffè con i giovani del paese. Momento molto atteso da tutti noi perché in questa occasione si cerca di coinvolgerli nelle nostre attività e soprattutto di proporre loro una gita in quel di Srebrenica. La proposta scatena un animato ma molto interattivo dibattito. Non tutti sono d'accordo visto che si tratta della città dalla quale son dovuti scappare in tempo di guerra. In loro vi sono sentimenti contrastanti che in me fanno sorgere molte domande e curiosità. Li osservo e mi rendo conto della loro sofferenza e riluttanza ma, allo stesso tempo traspare il loro desiderio di rivedere la loro città. La decisione non viene però presa, se ne parlerà fra due giorni. C'è uno che mi fissa... faccia da clown ma sembra simpatico; il giorno seguente si scoprirà mio potenziale sposo, Fahrudin, per gli amici Fahro, per Luciana il Pitto.

Ore 15.30: inizia la mia prima lezione di inglese con l'irriducibile Marianna e la ciminiera di Samir come interprete. L'aula della vecchia scuola è molto povera ma particolare. I ragazzini che si presentano sono solo 6 ma volenterosi di imparare la canzone "We are the world". Dopo aver detto loro cosa dovevano fare, iniziamo a farli cantare... temevo il peggio ed invece... alla faccia dei Neri per caso! Sono molto entusiasta perché, anche se pochi, hanno la carica di una squadra di rugby. Il bello viene quando diciamo loro che devono illustrare quanto dice il ritornello della canzone. Il dilemma è disegnare il mondo. Visto che nessuno, io compresa, lo sa fare, alla fine ci provo. Che orrore... commento a caldo di Marianna dopo aver visto le prime linee di quello che doveva essere il mondo. Alla fine ci ridiamo sopra con un "ma chi se ne frega" e lasciamo che i ragazzi disegnino. Esito della lezione: ottimo (mondo a parte).

Ore 20.30: cena. I soliti complimenti a Luigina e stavolta anche a Giorgio, si è dato da fare. (Scherzo Giorgio). Subito dopo la cena ci si riunisce a suon di caffè e tortine varie per discutere sulla giornata trascorsa e pianificare quella del giorno dopo. E' questo uno dei momenti che più ricordo con piacere. Tutti noi seduti attorno al tavolo stanchi sderenati della giornata ma ben felici e soddisfatti di esserlo. In ciascuno dei miei compagni e, se mi permetteranno, amici vedo gli occhi brillare. Mi guardo intorno, felice di esserci.

mercoledì 11 agosto

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giovedì 12 agosto

scritto da Silvia Dainese

L'organizzazione della giornata di oggi è dovuta passare al vaglio di più proposte, tutte riguardanti il coinvolgimento dei giovani del villaggio e del campo-profughi di Doborovci.

Dopo un tira e molla di proposte, opinioni e idee si è concordato il seguente programma:

ore 8.30 - partenza per la gita a Tešanj

ore 16.00 - ritorno a Doborovci

ore 17.30 - finale delle partite di calcio e di pallavolo

ore 20.30 - cena con i giovani.

Scrivo questa pagina di diario alla fine della giornata e mi piace constatare che tutto è andato bene, ogni cosa è stata vissuta con entusiasmo e, soprattutto, mi piace valutare la sempre maggiore integrazione, coinvolgimento e partecipazione tra giovani italo-bosniaci.

Si respira amicizia, confidenza nei limiti della comunicazione linguistica, in nome di un'accoglienza ed accettazione reciproche e di un'integrazione interculturale sempre più stretta e sincera.

Mi è caro ritornare indietro nel tempo, alla mia prima volta qui a Doborovci. Era il 2001 e ricordo il distacco e la conseguente difficoltà nel coinvolgere i giovani. Eppure, per me che ho iniziato da quell'anno, mi sembra che l'avvicinamento sia avvenuto con grande naturalezza: dal bere un caffè insieme, al racconto da parte dei giovani profughi delle storie personali vissute durante la guerra, all'aiuto e collaborazione durante i laboratori creativi per i bambini, alle gite insieme.

Oggi si sono respirati i risultati di questo progressivo e lento cammino: sembravamo un unico "popolo", fatto di persone simili nella spontaneità e reciprocità.

La gita a Tešanj si è svolta durante la prima parte della giornata, ovvero dalle 8.30 alle 14.00, con ritorno a Doborovci verso le 16. Tešanj è una piccola cittadina in territorio serbo la cui bellezza è risaltata dai ruderi di un castello sviluppato in altezza, dalla cui vetta si può vedere l'estensione di gran parte del territorio circostante.

Dopo la visita al castello, ci siamo seduti all'ombra di alcune pareti, distrutte dal tempo e forse anche dalle battaglie storiche, a cantare a ritmo di chitarra. Canzoni diverse si sono alternate non solo di genere e ritmo ma anche di lingua ed espressioni!

Al termine del pasto veloce, semplice e in compagnia siamo ritornati, a bordo di un pullman con sola aria ventilata (ovvero, proveniente dalla porta aperta dello stesso!!), a Doborovci e ci siamo divisi nei compiti del pomeriggio e serata. Mentre i nostri valorosi maschietti si sono dilettati nell'arbitrare le finali di calcetto e pallavolo, noi ragazze ci siamo divise l'organizzazione della cena per la serata... Infatti, oltre alla scelta del posto e delle motivazioni della gita, anche questa serata è stata oggetto di pareri e negoziazioni. Dalla solita serata in discoteca, che ogni anno i giovani ci propongono da passare insieme, quest'anno siamo riusciti a dare una nuova svolta: sempre una serata in compagnia dei giovani ma allietata da grigliata di carne mista e da piatti tipici da loro offerti... con musica e danze post-cena!

Tutto è andato secondo le migliori aspettative, nessuno se n'è andato con fame e con la sete di "pivo" (birra) e, neppure, con l'astinenza della musica e delle danze popolari e non!!

venerdì 13 agosto

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sabato 14 agosto

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domenica 15 agosto

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lunedì 16 agosto

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